Performances
Erano anni meravigliosi, cercavamo, non si sapeva bene cosa ma comunque cercavamo e questo ci faceva esploratori della vita. Pensammo e realizzammo una serie di azioni teatrali in spazi non convenzionali, volevamo stupire e al contempo stupirci, alla ricerca di situazioni dove sperimentare una nuova comunicazione, un nuovo teatro. Facemmo delle cose che ripensate oggi, a distanza di tanto tempo, ancora riescono a stupirmi, per l’ingenuità e il coraggio sulle quali poggiavano. In “Veduta dall’Altura” ebbi la sforntatezza di appendere uno striscione che annunciava un convegno per “Fermo Capitale d’Italia” per poi posizionarci un letto sotto e dormirci per un intero pomeriggio, durante l’ora del passeggio. In “Taxi” il teatro era una macchina, 4 posti e altrettante uscite di sicurezza, una giornata a caricare persone e a portarle nei vicoli della Città, con riscaldamento al massimo e urla disumane registrate. Un ricordo affettuoso va all’agente SIAE del tempo, Alberto Sollini, che alla richiesta di biglietti per fare uno spettacolo in un’automobile, rimase immobile, sospeso, poi accompagnandomi alla porta disse che avrei potuto fare quello che volevo, lui non sapeva nulla. Come dimenticare Gianfranco Lattanzi nell’immenso palcoscenico del Teatro dell’Aquila, immergersi in una vasca di vernice rossa e uscirne grondante, o Livio Mandolesi appoggiato alle colonne dei loggiati di Piazza del Popolo che per quattro ore consecutive accendeva sigarette, faceva un paio di tiri e le buttava a terra, fino ad essere sommerso dai mozziconi. Quella fu una palestra importante, in qualche maniera ci temprò, consentendoci di poter andare avanti con maggiore determinazione. Nelle foto sottostanti alcuni momenti di “VEDUTA DALL’ALTURA” (Fermo Capitale d’Italia) e “Taxi”.