La Città Natale

“La Città Natale” è stato un progetto molto innovativo di arredo urbano per le festività natalizie. Nel 1989 mi fu proposto dal Comune di Fermo di pensare un progetto per il Natale, qualcosa che fosse stato diverso da ciò a cui eravamo abituati e che avesse avuto la capacità di attirare gente in Città.  Era per me una prova assolutamente nuova, una sfida fuori da ogni esperienza mai prima di allora fatta e tanto bastava per accettarla. Venivo da una prima regia del Palio fatta nell’agosto del 1989, una sfida anche quella in cui avevo portato molto elementi di novità (leggi l’apposto spazio in questo sito), dovevo adesso misurami con qualcosa che stava più nella visione che non nella regia. Ricordo che cominciai a camminare a notte fonda per le vie di Fermo alla ricerca di un’idea guida, di una scintilla attraverso la quale fosse possibile dare una lettura complessiva alla materia, quello che in parole più semplici sarebbe trovare l’idea in grado di dare un senso a tutto il lavoro. Lo spazio con cui confrontarsi era immenso: piazze, vie, vicoli, archi, palazzi, finestre, non mi ero mai posto di fronte a queste dimensioni, sapevo solo che dovevo superare la triste immagine delle luminarie che ogni anno illuminavano le nostre strade, riposizionandole in un nuovo contesto. Cercavo un risultato diverso. Nacque così “La Città Natale”, un progetto in grado di trasformare l’intero centro della Città, utilizzando di tutto: luminarie, luci teatrali, scenografie, pompe d’acqua, neve, sabbia, piante ecc. E’ stato come smembrare un presepe e ricollocarlo nelle specificità architettoniche del posto. Così scrivevo nella presentazione del dicembre 1989:

“LA CITTA’ NATALE è la Città dove si è nati,
il luogo dove si torna in occasione della più importante festa del calendario.
“La Città Natale” è anche la Città per per l’occasione sente il bisogno di cambiare abito,
di prepararsi ad incontrare i suoi figli, vicini e lontani.
“La Città Natale” è un enorme arredo nel quale muoversi,
un luogo incantevole dove sono rintracciabili quegli elementi che per eccellenza nel nostro immaginario significano Natale: albero e presepe.
“La Città Natale” è entrare in un presepe e camminarci dentro,
è respirare quell’aria di chiara finzione, di colori artificiali, di tutto finto,
per provare infine un’emozione vera.

Nell’occasione fu riaperto per la prima volta al pubblico un vecchio tunnel dove passava agli inizi del ‘900 un treno e che era servito anche da rifugio durante la seconda guerra mondiale, da allora era rimasto sempre chiuso, una galleria in pieno centro di circa 150 metri, uno spazio bellissimo in cui venne creata una sorta di multi visione ispira alla Natività del Rubens che Fermo conserva nella propria Pinacoteca, tutta la soprastante scarpata (Viale Vittorio Veneto) venne illuminata con un gigantesco lavoro di sistemazione di un centinaio di fari tra la ripida vegetazione, eseguito dagli eroici elettricisti del Comune. Le luci della pubblica illuminazione vennero spente e fu come camminare sulla strada di un presepe, con vegetazioni di luci colorate e rumore d’acqua registrato che accompagnava il visitatore per tutto il percorso di quasi un chilometro, fino a condurlo nella piazza principale. Anche in Piazza del Popolo tutte le luci pubbliche erano state spente e sostituite con fari azzurri che illuminavano lo spazio grande e rossi sotto ai loggiati, come pure all’interno delle finestre dei palazzi storici. Una cometa, appositamente disegnata, avvolgeva l’orologio pubblico e un tetto di stelle, posizionate in orizzontale, completava uno scenario di grande suggestione. Ad orari stabiliti un maxi cannone produceva vere nevicate per la gioa delle famiglie presenti, poi ancora cortili sommersi di sabbia con palmizi e città arabe in lontananza, cascate d’acqua vera che uscivano dalle finestre dei palazzi, scalinate delle chiese trasformate in boschi, in un percorso che abbracciava tutto il centro storico e che quando fu aperto ebbe un’accoglienza che nessuno avrebbe mai immaginato. Decine di migliaia di persone, provenienti a tutto il territorio provinciale ed anche oltre, invasero dall’8 dicembre al 6 gennaio le vie del centro, completando l’immagine di una Città vestita a festa per la più importante ricorrenza dell’anno. Negli anni successivi altri elementi vennero aggiunti, il tetto di stelle venne sostituito da centotrentamila piccoli cristalli swarovsky che brillavano sia di giorno, con il sole, che di note con luci artificiali, il tunnel della ferrovia fu attraversato da un fiume d’acqua vera, nacque “La Casa della Befana”, quella di Babbo Natale e altre invenzioni di grande attrattiva. Dopo due anni mi venne proposto di ampliare il progetto anche a Porto San Giorgio, città marinara (dove risiedo) da sempre legata a Fermo e nacque “Un Mare di Natale”, un’applicazione della stessa idea ma su spazi architettonici completamente diversi e moderni. In Piazza della Stazione comparve “La Barca di Natale”, una paranza illuminata di tante luci al posto del tradizionale abete, la Natività venne ospitata in spiaggia, all’interno di una barca reclinata su un fianco, e tante altre invenzioni, tra cui una “Casa della Befana” che ebbe un’eco nazionale grazie a servizi televisivi fatti da tutte le reti RAI. La cosa non piacque a Fermo che voleva una sorta di esclusiva e così “La Città Natale” cessò di esistere, trovando poi nel centro storico di Osimo un nuovo sito dove rivivere, continuando ad attirare folle di persone. Poi questi progetti, per diverse ragioni, non trovarono continuità, da una parte erano molto complessi, richiedevano mesi di lavoro e ingenti risorse, dall’altro cominciarono a serpeggiare le solite polemiche, quelle che puntuali escono ogni qualvolta si faccia qualcosa: si spende troppo, non è questo lo spirito del Natale, bisogna essere sobri, non sarebbe stato meglio destinare quelle risorse a chi ne ha bisogno ecc. Per quel che mi riguarda ho da sempre avuto grande attenzione ai temi della solidarietà, si guardi al progetto “Teatri Senza Frontiere”, non per questo quando decido di andare una sera a cena mi debbo sentire in colpa. Un Comune destina risorse per il sociale, per la cultura, per i trasporti, per il turismo, per la Scuola e per tutto ciò che abbisogna e non può essere che quando andiamo a spendere quelle risorse previste c’è sempre un altro modo migliore di farlo, questa è solo ipocrisia.

In seguito alle grande eco avuta da questi progetti ho continuato nel tempo a ricevere offerte di lavoro ma il reperimento dei fondi necessari è diventato un ostacolo insormontabile.

Anche “La Città Natale” ha avuto i suoi saccheggiatori, l’esempio più clamoroso fu a San Severino Marche, dove riprodussero alla lettera i colori e le immagini di Piazza del Popolo a Fermo del lontano 1989.