Il Palio

I mesi che vanno dalla metà del 1989 alla metà del 1990, sono stati per la mia vita lavorativa molto intensi, in quel periodo ho inanellato quattro iniziative davvero molto complesse ed importanti, in grado di darmi una grande spinta dal punto di vista dell’autostima e della popolarità.

Nell’agosto del 1989 accettai la regia della “Cavalcata dell’Assunta”, rievocazione storica molto sentita nella Città di Fermo, nello stesso anno, a cavallo tra dicembre e gennaio, inaugurai la prima edizione de “La Città Natale” (vedi spazio apposito in questo sito). Di seguito, nel mese di febbraio del 1990, dopo oltre trent’anni di oblio totale, ripristinai, sempre a Fermo, il Carnevale, manifestazione che ancora oggi continua il suo cammino (vedi spazio nel sito), infine, a Luglio del 1990 tenni a Porto Sant’Elpidio la prima edizione del festival internazionale del teatro per ragazzi. Un poker davvero straordinario se si considera che il Carnevale è ancora lì e che la mia direzione artistica del festival a Porto Sant’Elpidio è durata 27 anni, fino al 2016.

Il Palio di Fermo ha soddisfatto quel piccolo demone medievale che da qualche parte del mio immaginario vive e scalpita, basti ricordare lo spettacolo, sempre del 1989, su “La Storia del Guerin Meschino” dall’opera del cantastorie toscano Andrea Da Barberino (1409), lavoro che ha girato l’Italia in lungo e largo totalizzando 500 repliche, come pure l’altro spettacolo tratto dai “Fabliaux”, racconti comici medievali, con il quale ho partecipato a tantissime feste medievali in tutta Italia. Il Palio è stata una grande esperienza, poter muovere su una scacchiera così grande centinaia di persone non era cosa a cui ero abituato. Il mio contribuito è stato direi significativo, anche se non spetterebbe a me dirlo, ho fornito per la prima volta a questa manifestazione dei copioni, un libro intero fatto di disegni, posizioni e movimenti in cui si sarebbero dovute articolare le varie serate e credo che non sia cosa da poco.
Ho dato paternità alle seguenti, forse poche, ma significative cose:
– Elaborazione dei copioni;
– Aver ideato “la via delle meraviglie”, sorta di fantastico percorso che accoglieva il Palio nelle varie porte portandolo fino in centro, con spettacolazioni che coinvolgevano decine e decine di contradaioli;
– Aver fatto realizzare ed inserire nel corteo storico la famosa “giardiniera”, la stessa che compare nell’unica immagine che abbiamo di quei cortei, fissata nel messale De Firmonibus, omaggio dei ristoratori del tempo;
– Aver inserito la gara del tiro con l’arco, che compare nei documenti d’epoca come “tiro all’astore”, gara che ancora oggi sa tiene;
– Aver dato grande spettacolarità a momenti come l’assegnazione dei cavalli, coinvolgendo palazzi, figuranti e scenografie;
– Aver affrontato e risolto il problema dell’amplificazione nei discorsi ufficiali, attraverso l’istituzione dei cosiddetti “amplificatori umani”, persone che sopra dei piedistalli sistemati tra il pubblico, ripetevano quanto il Prior Priorum diceva alla folla, eliminando microfoni e impianti che all’epoca non c’erano;
– Aver stampato e fatto distribuire al pubblico un “Ordine di Sfilata” attraverso il quale poter leggere il corteo storico nel suo svolgersi.

Il mio impegno nel Palio è stato breve e riguarda gli anni 1989 e 1990, poi ho lasciato, il festival internazionale cresceva e non riuscivo a tenere in piedi tutte le cose in cui ero impegnato, bisognava scegliere.