Il Pianeta
Storto

Da moltissimi anni l’umanità vive con la consapevolezza che il proprio pianeta ruota attorno ad un asse che non è per niente diritto, per l’esattezza è attualmente inclinato di 23° 26′ 10,5” e, come se non bastasse, ancora in continuo movimento, basti dire che negli ultimi venti anni si è spostato di oltre un metro verso est. Dice la scienza che questa dissimmetria nella rotazione è quella che ci permette di godere dell’alternanza delle stagioni e della loro bellezza. Nessuno però ha mai pensato, e meno che mai dimostrato, come questo asse sghembo potrebbe essere la causa, oltre che delle stagioni, anche di molte storture osservabili sulla crosta del pianeta, quasi ci possa essere una sorta di trasfer dalle meccaniche celesti alla semplice vita quotidiana.
Ci piace credere che il luogo dove abitiamo da qualche milione di anni sia in qualche maniera esso stesso la causa di tutte le ingiustizie a cui assistiamo giorno dopo giorno, se l’asse fosse stato perfettamente verticale magari non avremmo avuto la neve o le foglie cadenti ma sicuramente più giustizia sociale e rispetto degli uni verso gli altri.
Nessuna matematica o algoritmo potrà mai dimostrare questa equazione ma a noi intriga pensare che le cose stiano esattamente così, l’uomo è innocente e la colpa va cercata in quel diavolo di asse e in chi lo ha spostato.
Il Pianeta è storto, un’evidenza che sta sotto gli occhi di tutti: guerre, fame, povertà, camminano insieme a stipendi milionari, lussi e sprechi in gran parte del mondo abitato, dando luogo a situazioni di cui non possiamo che vergognarci.
Quale cosa migliore allora se non quella di un capro espiatorio, di un’entità invisibile a cui addebitare le colpe del malessere, di un asse che nessuno può vedere né toccare, meglio di così non poteva andarci.
Questo libro racconta di incontri con la miseria in varie parti del mondo, di popoli che non hanno nulla se non la preoccupazione di trovare ogni giorno qualcosa da mangiare, racconta della guerra, dei suoi costi inauditi e dell’incapacità del genere umano di liberarsene.
Lo fa attraverso un’esperienza molto particolare, quella di “Teatri Senza Frontiere”, un progetto nato nel 2010 che ha consentito ad un gruppo di operatori del teatro italiano di incontrare, attraverso lo spettacolo, una moltitudine di situazioni che stentiamo a credere possano far parte dello stesso mondo in cui viviamo ogni giorno. Grazie a “Teatri Senza Frontiere” è stato possibile entrare in luoghi diversamente preclusi ad ogni visitatore, come i campi Rom di Scutari, gli slum di Kibera e Kogorocho a Nairobi, i ponti dove vivono i ragazzi di strada di Manaus e tanti altri posti con cui il genere umano, prima o poi, dovrà fare i conti, e quando questo avverrà sarà difficile scaricare la colpa sull’inclinazione dell’asse terrestre. Troppi i divari, troppo grandi le ingiustizie, come si può giustificare una persona che guadagna quanto il PIL di un Paese in via di sviluppo, di una porta aerei che da sola basterebbe a sfamare una Nazione dell’Africa, di spese folli per armarsi sempre di più, quando milioni di persone vivono nell’indigenza assoluta. Parliamo di una malattia non nuova, che colpisce da secoli il genere umano e non solo ai massimi sistemi, anche nella vita di tutti i giorni, soprattutto nel del ricco e civilissimo occidente. Chi ha tanto vuole ancora di più: arraffa incarichi, consulenze, prestazioni, stipendi su stipendi, pensioni su pensioni, soldi su soldi, con una voracità che sembra non avere fine e che rimette le coscienze a posto con annuali cene di raccolta fondi e beneficenze.

Il Pianeta storto di cui raccontiamo è quello visto nelle zone rurali del Ghana, nei villaggi dove non c’è nè acqua né luce, nelle favelas di San Paolo del Brasile, tra degrado e violenza, nei campi profughi della Bosnia Erzegovina dove migliaia di persone tentano ogni giorno il “game”, per arrivare in Europa e sperare in un futuro, negli slum di Nairobi, tra le montagne di spazzatura fumante su cui una frotta di disperati cerca qualcosa da poter rivendere, in Ucraina durante il conflitto, tra bombe e sirene, a Lusaka in Zambia dove la povertà diventa totale e assoluta.
In questi posti “Teatri Senza Frontiere” ha portato un bene definito non di prima necessità: il proprio fare teatro, ha seminato sorrisi, donando a tanti bambini e famiglie il piacere di assistere insieme ad uno spettacolo teatrale, in uno scambio che ha riempito le valige di ogni partecipante di affetto e senso di appartenenza al genere umano.
Raccontiamo nel libro alcuni di questi viaggi, perché quando si vivono esperienze così forti è giusto farne partecipi quante più persone possibili. Nel frattempo il progetto continua, anno dopo anno, andando a cercare incontri al limite del possibile e tornando in posti dove ci chiedono di portare ancora quella cosa magica e misteriosa che è il teatro, segno che forse andrebbe riconsiderato il suo essere un bene non di prima necessità.
I protagonisti di questo progetto sono volontari provenienti dal mondo del teatro ragazzi italiano, persone che hanno deciso di mettere a disposizione il loro fare professionalmente teatro, autofinanziandosi venti giorni da dedicare agli altri, senza sapere che proprio grazie a questi altri avrebbero riscoperto un nuovo senso per il loro mestiere e per la loro vita.

Non è un libro piagnone, tutt’altro, nonostante descriva situazioni di estrema povertà, gronda ironia e soddisfazione in ogni pagina, perché le persone che abbiamo avuto la fortuna di incontrare, nonostante non avessero nulla, non hanno mai mancato di accoglierci con il sorriso sulle labbra, a dimostrazione che la vita è davvero un cammino pieno di sorprese, dove una villa non significa per forza felicità e dove la luce può accendersi anche negli angoli più improbabili, laddove pensavamo dominasse incontrastato il buio.
Non ci resta che cominciare con il primo viaggio.

Buona lettura.

Un romanzo, un reportage, un diario di viaggio: l’esperienza dei protagonisti di Teatri Senza Frontiere che portano la gioia del teatro nei Paesi martoriati dalla guerra e dalla povertà.
Il nuovo romanzo di Marco Renzi, Il pianeta storto, Edizioni Creativa, è disponibile negli store online (IBS, LAFELTRINELLI, MONDADORI STORE, AMAZON…) e ordinabile in tutte le librerie.
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